PITIGLIANO

Toscana GR

 

Si trova su uno sperone di tufo alto 313 metri, circondato da tre lati da burroni (fossi Meleta Lente e Procchio); molte grotte e i grandi archi dell'acquedotto cinquecentesco completano il paesaggio. E' di origine romana, ma si dice che il suo nome derivi dalla Gens Petilia etrusca. Secondo un'antica leggenda invece il nome gli fu attribuito da due esuli, Petilio e Ciliano, che dopo aver rubato la corona di Giove Statore in Campidoglio, si rifugiarono sullo sperone di tufo su cui sorge l'abitato odierno per sfuggire ai loro seguitori.

Pitigliano, Sorano e Sovana facevano parte del triangolo fortificato degli Aldobrandeschi; nel 1293 Pitigliano passò agli Orsini, diventando piazza fortificata contro i rivali Borgia e capitale della contea.

Nel 1608 Pitigliano entrò a far parte del Granducato di Toscana. Tutt'intorno al paese si trovano tombe etrusche di vario genere.

Le grotte di tufo, fino a qualche tempo fa erano usate come abitazioni, poi come deposito per attrezzi, stalle o cantine; le vigne di Pitigliano, fertilizzate dal tufo vulcanico, producono un buon vino bianco.

PITIGLIANO

Dal XV sec. in poi Pitigliano ospitò numerose famiglie ebree fuggite da Roma. A metà del '700 la comunità ebraica contava circa 150 membri; un secolo più tardi, con più di 350 persone, raggiunse il suo massimo sviluppo, valendo al borgo il soprannome di "piccola Gerusalemme". Dopo il 1622 gli Ebrei di Pitigliano dovettero portare un segno distintivo: un cappello rosso gli uomini e un segno rosso sulla manica le donne. Pitigliano, così come Sorano, era una specie di luogo-rifugio in cui gli ebrei dell'Italia centrale riuscivano a mettersi al sicuro dalle vessazioni della Controriforma. Nel 1865 funzionava in paese una biblioteca di circa 2000 volumi, 600 dei quali erano scritti in ebraico. Con l'Unità d'Italia la migrazione verso centri più ricchi e i matrimoni misti provocarono la decadenza e la progressiva perdita d'identità della comunità ebraica. Oggi dell'antico ghetto rimane poco: la sinagoga, la biblioteca con antichi testi, il forno delle azime e il cimitero. Nel Cinquecento fu costruito dagli Orsini il Parco di Pitigliano (con sculture nella roccia somiglianti a quelle del Parco di Bomarzo), sul costone di tufo che si chiamava "Poggio Sterzoni". Il parco era molto esteso e ricco di selvaggina; si vedono ancora alcuni sedili che servivano alle dame per assistere alle battute di caccia. La sera del 14 ottobre 1575 Orso Orsini invitò a una passeggiata nel parco la moglie, Isabella degli Atti. Sospettava, ingiustamente, che lei l'avesse tradito col duchino di Farnese: così arrivati sul ponticello che scavalca il Prochio, la strozzò e la gettò nel torrente. Il nome del luogo quindi cambiò: da "Poggio Sterzoni" a "Poggio Strozzoni".

Il santuario
della Madonna delle Grazie si trova oltre il torrente Meleta, a sud dell'abitato di Pitigliano. In origine, nel XV secolo, era la cappella di una comunità di frati francescani. Tra la fine del '500 e gli inizi del '600 fu ampliato e ridecorato; anche il convento adiacente, che fu soppresso nel 1793, subì delle trasformazioni. Dopo il crollo del tetto che nel 1950 aveva distrutto gli affreschi interni, nel 1962 la chiesa fu restaurata.


Link:

Sovana

Parco "Città del tufo"

Tutto Pitigliano

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