Dividono le tre navate due file di colonne, interrotte da pilastri. Le colonne, dissimili fra loro, sono state con ogni probabilità recuperate fra gli avanzi dei tanti edifici crollati nell’incendio sopra ricordato.
Gli elementi più caratteristici della basilica superiore sono il protiro (o portico d’ingresso) e, nell’interno, la «schola cantorum», il cui recinto, apparteneva all’antica basilica, mentre gli amboni e la colonna tortile del calendario sono del secolo XII. Della stessa epoca sono pure il tabernacolo e la cattedra episcopale, al centro del tipico sedile semicircolare per il clero che corre lungo l’abside.
Ma ciò che forma il vanto di questa basilica è il mosaico absidale che rappresenta, in una sintesi prodigiosa di elementi figurativi cristiani e pagani, la scena della Redenzione, capolavoro della scuola romana del XII secolo.
La basilica sotterranea, ritornata alla luce per gli scavi del secolo scorso e le altre costruzioni imperiali e repubblicane adiacenti o sottostanti, fra cui un «Mitreo», rendono questo luogo di particolare interesse archeologico.
Non mancano tuttavia in questa basilica insigni capolavori di arte rinascimentale. Nella prima cappella della navata di sinistra, si ammirano i celebri affreschi di
Masolino da Panicale (1431) già attribuiti al Masaccio: nell’ingresso, a sinistra, S. Cristoforo; nella parete centrale, una drammatica Crocifissione; nelle pareti laterali, episodi della vita di S. Ambrogio a destra, e di S. Caterina a sinistra; sull’altare la Madonna, del Sassoferrato.

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