Vai alla prima pagina del viaggio Leggi vai alla tappa precedente | vai alla tappa successiva
 

Quando ancora non ci interessavano i cavalli... alla mappa approfondimenti

Percorso

Pescolanciano - Carovilli - Staffoli

(15 km. circa)

I tratturi

Si prosegue sul Lucera-Castel di Sangro fino a Vallone S.Pietro.

Qui, con il grosso del gruppo e Sandro Vannucci, deviamo a Nord verso il Celano-Foggia (mentre il gruppo di scouts con Tonino e Gregorio prosegue sul tratturo Lucera-Castel di Sangro).

Percorriamo una bretella di collegamento che permette di passare dal Castel di Sangro-Lucera al Celano-Foggia.

 

Le prime volte che, da ragazzi, venivamo in queste zone, non eravamo ancora interessati ai cavalli. Salivamo da Isernia fino a Pescolanciano perché qui ci sono dei corsi d’acqua bellissimi da risalire per la pesca alla trota: sono il Trigno, il Tirino e il torrente di S.Leo. In questo modo avevamo modo di scoprire un paesaggio che sembrava uscire dai racconti di Hemingway: prati, boschi, radure e acque limpide che erano per noi un piccolo paradiso.

Quando poi abbiamo iniziato a muoverci con i cavalli oltre ai tracciati dei fiumi abbiamo scoperto tanti altri angoli sconosciuti; il tratturo è la pista segnata, ma basta oltrepassare le siepi che lo delimitano per provare il piacere di cavalcare in un vasto territorio dove la natura ha conservato i suoi aspetti migliori. In partenza passiamo sotto il paese di Pescolanciano, dominato dal castello arroccato sul suo sperone di roccia e ci avviamo verso la montagna. Entriamo in paese e a circa cento metri dalla caserma dei carabinieri, in una curva sulla sinistra si incontra la Taverna del Barone di Pescolanciano, già citata nelle carte del '600 è che è stata ristrutturata in tempi recenti. Del suo antico aspetto, salvo il cortile interno, si conserva solo il portone. Dietro alla taverna in direzione SW si stendono le antiche terre di Pescolanciano fino ai primi pendii della montagna, citate nelle carte IGM come Prato Savone. Dopo questa curva il tratturo si identifica in paese con la strada principale, quasi rettilinea, segnando una grande fascia sterrata nella contrada La Pianella che colpisce per la sua ampiezza e che viene sfruttata dai ragazzi per i loro giochi mentre gli animali domestici vagano liberamente. Siamo ancora sul tratturo Lucera-Castel di Sangro, che sale diritto proprio verso la montagna, sempre in vista del castello. Il tracciato diviene visibile in tutta la sua magnificenza e si vede il nastro verde perdersi verso la montagna. Si lascia la SS Venafrana che gira a destra verso Carovilli, passando nella curva vicino all'albergo ristorante Cona e si entra sul tracciato verde. Qui il tratturo si estende nella sua originaria larghezza di 111 metri arrampicandosi tra zolle di creta e grandi ciuffi d'erba per quasi un chilometro. Seguendo la mulattiera e facendo attenzione, sulla cima si può vedere, sulla sinistra, una panca in pietra, accanto alla quale c'é un sentiero che si inoltra nella vegetazione e conduce in alto su una montagnola di 948 m.s.m. indicata come Torre S.Maria (citata nel passato con il nome di Monte della contrada S.Maria Vignale); qui si trovano i resti di un altro antico e ancora solido recinto sannitico, alto quasi un paio di metri per una larghezza di un metro e mezzo, ed i resti di un antica torre medioevale di avvistamento. Le antiche mura di fortificazione sono semi-nascoste tra gli arbusti. Verso Nord si apre un vasto orizzonte che permette di vedere, oltre il vallone, fino al Colle Pertuso è al bosco Selvabella.
Riprendendo il tratturo è possibile trovare, in alcuni punti, la mulattiera lastricata con pietrame a spina di pesce, per rinforzare il terreno (sembra che i lavori fossero già stati commissionati dal duca di Pescolanciano per creare una rotabile per la sua carrozza da caccia). Dopo quasi due chilometri il percorso si restringe mentre si passa nei pressi dell'acquedotto molisano. Davanti si apre la vasta conca della Valle della Forcella. In questa zona si trova un altro bel cippo in pietra con l'incisione RT, nei pressi del quale - durante la trasmissione Linea Verde - Sandro Vannucci e Georg Liebetanz misurarono la larghezza del tratturo, che doveva corrispondere all’antica misura di sessanta passi napoletani (pari a 111 metri).
Dal passo della Forcella il panorama si apre verso Ovest dove si può vedere il vallone S.Pietro con le due masserie Fischietto e Tavernola. La discesa è abbastanza accidentata e difficile fino al rivo Fosso S.Pietro, dove i cavalli possono bere. Qui ci dividiamo da un gruppo che continuerà sul tratturo Lucera-Castel di Sangro, che sul lato opposto risale maestoso contro il pendio del colle Tavernola, curvando poi a sinistra per sparire dietro gli alberi. Noi, dopo una breve risalita arriviamo alla strada provinciale che va da Miranda a Carovilli. In arrivo a Carovilli passiamo accanto alla chiesetta di S. Domenico, ai piedi del Monte Ferrante (dove è stato trovato un altro recinto sannitico) e dopo il paese prendiamo il sentiero di Monte Ingotta, fino al guado di Monte Pizzi (1373), dove finalmente incrociamo il Celano-Foggia.
L’altipiano dove arriviamo si trova quasi a 1000 metri sul livello del mare, con un’estensione di prati solcati dalla prima parte del fiume Trigno.

Approfondimenti:

Ospiti, siti e link - Chi è ...?

Carmine Di Perna

 

Glossario:
Tratturi, tratturelli e bracci

Partecipa alla Comunita' virtuale:
Vie verdi del Molise

Vai alla Mappa
mappa

Multimedia
"Linea verde" RaiUno

Prosegui verso nord

A sud sul Grande Trek