IL MONTE AMIATA

Toscana GR

Con i suoi 1738 metri è la cima più alta della Toscana. Seicentomila anni fa era un vulcano appoggiato su una base di rocce trachitiche estremamente porose: la porosità della roccia che costituisce la cupola eruttiva e l’impermeabilità di quella sottostante sono all’origine quell’affioramento di acque dal quale proviene il nome del monte: "ad meata" significa infatti "alle sorgenti".

Le sue sorgenti purissime in larga parte alimentano gli acquedotti di Grosseto e di Siena e da sempre favoriscono l’agricoltura.
Un confine oscillante tra i 500 e i 1000 metri divide le basse terre argillose, coltivate a cereali, viti e ulivi, da quelle alte, di natura lavica e quindi acide, dove prosperano il castagno e più in alto il faggio.
Alla natura vulcanica del suolo sono dovuti anche i giacimenti di cinabro, che hanno mantenuto a lungo l’Amiata ai vertici mondiali della produzione di mercurio, e le risalite termali che alimentano stabilimenti balneari di antica tradizione.
L’area ricca di castelli e monasteri del cono dell’Amiata fu descritta sia da George Dennis che da D.H.Lawrence come una zona di bellezza incomparabile.

 

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