Categoria: Artisti
Nome: Jacopo Torriti
 
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Pittore e mosaicista italiano (fine 13° sec.). Decorò a mosaico, con un frate JACOPO DA CAMERINO, l'abside di S. Giovanni in Laterano a Roma, nel 1291 (iter 4) e, da solo, quello della basilica, pure romana, di S. Maria Maggiore, nel 1295 (iter 3) . La personalità del Torriti, per quanto attentamente studiata, non risulta ancora del tutto chiara anche perché i due mosaici absidali (dei quali, per giunta, quello di S. Giovanni in Laterano è molto restaurato) probabilmente ne sostituirono altri di età paleocristiana, sicché non si può del tutto escludere che la loro iconografia, o addirittura parte dell'esecuzione, possano essere residui dei mosaici originari e non debbano quindi essere attribuiti al Torriti. Nel mosaico lateranense, infatti, la raffigurazione del Redentore e della Croce tra Santi riprende fedelmente schemi e simboli paleocristiani. Nell'abside di S. Maria Maggiore (iter 3) , invece entro un clipeo sostenuto da Angeli è raffigurata la Incoronazione della Vergine , mentre tutt'intorno si sviluppa una florida decorazione di girari d'acanto con inseriti motivi ornamentali, anch'essi di origine paleocristiana; la parte inferiore della conca è infine occupata da una fascia di mosaici con Storie della Vergine . Questa fedeltà alla tradizione paleocristiana sembra accompagnarsi anche a residui bizantini, evidenti ad esempio, nell'insistito panneggio delle grandi figure dell' Incoronazione ; al T. non mancano però né grandiosità di gusto compositivo né delicata sensibilità coloristica, che si avvale di tinte chiare, nelle quali predominano le tonalità argentee, verdine, rosate e madreperlacee. Sul fondamento di queste due opere, al T., più o meno dubitativamente, sono stati attribuiti un mosaico sulla porta laterale di S. Maria d'Aracoeli a Roma (iter 1) ed un gruppo di affreschi nei registri più alti delle pareti della navata della basilica superiore di Assisi, eseguiti in continuazione della decorazione di Cimabue. La quasi totalità dei critici è concorde nel riferire questi affreschi a maestri romani; al Torriti, che qui si sarebbe potuto avvalere degli esempi di Cimabue e del Cavallini per dare maggior corposità alla propria arte, potrebbero essere assegnate, insieme con altre, le scene con la Cattura di Cristo e con il Sacrificio di Abramo , nelle quali sembra di scorgere un richiamo alla tradizione classica.

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