Categoria: Artisti
Nome: Sebastiano del Piombo
 
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Sebastiano arriva a Roma nel 1511, inizia l'amicizia con Michelangelo, viva fino al 1533.Nel 1536 Sebastiano acquista una casa nella contrada S.Giacomo.

TITOLO

ANNI

LUOGO

ITER

Affreschi della Farnesina

dal 1511

Via della Lungara

5

Cappella Borgherini

1516-1524

S.Pietro in Montorio - Gianicolo

5

Ritratto di Andrea Doria

1526

Galleria Doria Pamphillj

1 e 7

Natività della Vergine (completata da Salviati)

-

S. Maria del Popolo (Piazza del Popolo)

7

Cristo che porta la croce e Madonna

-

Galleria Borghese

7

Opere attribuite a Sebastiano

-

-

-

Ritratto di guerriero

-

Galleria Colonna

5

Ritratto di Andrea Doria come Nettuno

-

Galleria Doria Pamphillj

1 e 7

Ritratto di giovane con teschio

-

Galleria Doria Pamphillj

1 e 7

Busto di Cerere

-

Museo di Palazzo Venezia

1

Doppio ritratto

-

Museo di Palazzo Venezia

1

Sala di Costantino

-

Palazzi Vaticani

9

San Bernardo

-

Pinacoteca Vaticana

9

Nome con cui è noto il pittore italiano SEBASTIANO LUCIANI (Venezia 1485 circa - Roma 1547). Fu allievo di Giovanni Bellini, ma le sue prime opere sicure eseguite (1508-1509 circa) a Venezia (pala con Giovanni Crisostomo e Santi nella chiesa omonima; quattro ante d'organo con Santi in S. Bartolomeo) rivelano influssi giorgioneschi, anche se sin da principio in Sebastiano l'uso del colore ha più una funzione costruttiva di volumi, contribuendo a dare solennità e senso monumentale alle figure nello spazio. Chiamato da Agostino Chigi a Roma (1511) per decorare la Farnesina, eseguì in questa villa gli affreschi con Polifemo e alcune scene delle Metamorfosi. La presenza di Sebastiano a Roma fu uno dei fatti determinanti nello sviluppo della pittura italiana nel Cinquecento, giacchè rappresentò la mediazione tra le esperienze del cromatismo veneto da un lato e il plasticismo tosco-romano dall'altro. Se infatti Sebastiano trasse dal soggiorno romano il gusto per il senso ritmico appreso da Raffaello, questi a sua volta apprese dal pittore veneto il senso del colore che rende così nuovi, nella sua produzione, gli affreschi della Stanza di Eliodoro in Vaticano. Frutto di questo fecondo scambio di esperienze furono, nell'opera di Sebastiano, alcuni capolavori: la Morte di Adone (Uffizi), con le sue sensuose figure ritmicamente raggruppate contro lo sfondo di una veduta di Venezia e con la sua ricchezza di colore, conferma appunto la fusione di elementi veneti con apporti romani e più precisamente raffaelleschi; una pari visione armoniosa, ricca di grazia e di equilibrio, talvolta velata da una lieve intonazione patetica, si esprime nei bellissimi ritratti di quegli anni (la cosiddetta Fornarina degli Uffizi; la Dorotea di Berlino; ritratti del card. Ferry Carondelet e del card. Ciocchi del Monte). Poco dopo l'amicizia di Sebastiano per Raffaello si mutò in gelosia e in odio, e all'influsso dell'urbinate successe l'ascendente di Michelangelo. Esempio eloquente di questa fase dell'arte di Sebastiano sono le due figure scultoree della Pietà di Viterbo, tragiche e monumentali negli ampi spazi in cui sono disposte, verticalmente la Madonna, orizzontalmente il grande nudo di Cristo, con lo sfondo stupendo e drammatico del paesaggio ancora veneto. A quegli stessi anni risalgono tra l'altro la decorazione della Villa Bagherini, la Resurrezione di Lazzaro (Londra), la Flagellazione (Roma) e gli splendidi ritratti di Andrea Doria (Roma) e di Clemente VII (Napoli). Costretto a fuggire da Roma nell'imminenza del sacco della città (1527), lavorò ad Orvieto, Mantova e Venezia. Tornato nell'Urbe nel 1531, ottenne dalla Cancelleria Pontificia la carica di custode del "piombo" per l'autenticazione delle bolle pontificie, e proprio da questa circostanza trasse il soprannome con il quale fu da allora noto. La terza fase della sua attività non fu né così feconda né così felice come le precedenti. Per quanto non manchino opere di notevole pregio (Natività della Vergine, Roma; Discesa al Limbo, Madrid), si avverte talora una certa difficoltà a realizzare compiutamente la sintesi che rende così alta la produzione precedente al 1527. Le influenze subite da Sebastiano ne arricchirono senza alcun dubbio la personalità, ma non ne alterarono la forte tempra che si mantenne sempre originale; l'interpretazione da lui data al cromatismo veneto contribuì anzi agli sviluppi della sensibilità manieristica, sicché a lui guardarono come a un maestro molti pittori della Controriforma.

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