Architetto italiano (Roma 1697 o 1699 - ivi 1751). Lavorò prevalentemente a Roma dove rimangono le sue opere migliori, nelle quali, in pieno Settecento, si riportò sin dagli inizi allo spirito e alle forme del Bernini. Eseguì la Cappella Ruffo (1735) in S. Damaso, ricostruì (1738) la chiesa di S. Maria in Gradi a Viterbo e, in collaborazione con Vanvitelli, ampliò (1745) il Palazzo Odescalchi a Roma. La sua fama è però affidata alla mostra della fontana di Trevi a Roma (iter 7), opera per cui vinse un concorso ed eseguì un modello nel 1733 e alla quale lavorò fino alla morte, lasciando ad altri il compito di condurla a termine secondo il suo progetto. La fusione tra architettura e scultura e il gioco delle acque entro la grandiosa e salda impostazione strutturale richiamano alla mente le concessioni scenografiche del Bernini pur lasciando presagire l'avvento del neoclassicismo per il ritmo ordinato e solenne del monumentale prospetto.