Categoria: Artisti
Nome: Reni Guido
 
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Pittore italiano (Bologna 1575 - ivi 1642). Allievo del Calvaert, passò poi all'Accademia dei Carracci; soggiornò a Roma in due riprese (1600-1603 e 1607-1614) e si spinse brevemente a Napoli, ma per il resto della sua vita dimorò sempre a Bologna. Nelle prime opere la sua arte risente di volta in volta del tardo manierismo emiliano, dello stile dei Carracci e persino di un caravaggismo accademico; poi, a contatto con le correnti classiciste romane, egli si formò uno stile personale, volto a rendere immagini, spesso patetiche, ricche di bellezza ideale e permeate di una sottile malinconia. Nella loro ricerca di purezza e di eleganza immateriale, esse corrispondono alla concezione religiosa dell'epoca, un po' sentimentale e languida. Il suo stile, già formato negli affreschi romani in S. Gregorio al Celio (1608-1609) e nella Cappella del Quirinale (1610), acquista maggior idealizzazione classicista nel Sansone vittorioso e nella Strage degli Innocenti , entrambe a Bologna, nel famoso affresco dell' Aurora (Roma, Palazzo Rospigliosi) e nelle quattro Fatiche d'Ercole (Louvre), la più bella delle quali è Nesso e Deianira . Allo stesso periodo appartiene un altro quadro mitologico assai pregevole, e cioè l' Atalanta e Ippomene (Napoli). Notissimi, e molto ammirati fino a tutto il sec. 19°, furono i suoi quadri di soggetto religioso: le numerose Madonne , i suoi Crocifissi , il S. Michele Arcangelo (Roma, Chiesa dei Cappuccini - iter 3) , e moltissimi altri sparsi nei musei d'Europa. Negli ultimi anni R. attenua sempre maggiormente il disegno, alleggerisce il tocco e si serve di colori sempre più chiari con sfumature argentee, per esprimere un'arte che, volgendosi alla ricerca di una purezza immateriale, si fa più lirica e interiore e raggiunge accenti di alta poesia. La Lucrezia , la Fanciulla con la corona , la Cleopatra , il Cristo alla colonna (Bologna) sono tra gli esempi più belli di quest'ultima fase della sua attività. personalità tra le più notevoli della pittura seicentesca italiana, R. fu ora apprezzatissimo, ora sottovalutato dalla critica, che però in questi ultimi anni ha manifestato la tendenza a dare una interpretazione più comprensiva del reale significato della sua arte. Ebbe una folta schiera di immediati seguaci e a lui guardò con interesse anche il giovane Poussin; la sua influenza fu sentita soprattutto nel Settecento, e più nella classica Francia che non in Italia.

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