Nome con il quale è noto il pittore italiano TOMMASO DI SER GIOVANNI GUIDI (S. Giovanni Valdarno 1401 - Roma 1428). Scarse sono le notizie della sua vita, ma grande fu la fama che circondò M., che dagli artisti fiorentini venne considerato lo iniziatore e il maestro della pittura del Rinascimento. Il Vasari lo dice scolaro di Masolino, ma la differenza tra i due artisti mostra come M. deve avere appreso dal maestro solo la pratica manuale delle tecniche. Ed infatti nella prima opera che di lui ci rimane, la Madonna e S. Anna della Galleria degli Uffizi a Firenze, dipinta in collaborazione con Masolino, l'arte di M. appare in netto contrasto con quella del maestro. Il gruppo della Madonna col Bambino, inquadrato prospetticamente, risalta potente in una plasticità bloccata, e il chiaroscuro ricco di tono ed il tipo stesso delle figure spoglie e semplici, sono l'opposto delle raffinate e trasognate immagini di Masolino. la sua arte deve essere invece ricollegata a quella di Giotto, avendo in comune con questa la profondità spirituale e l'esaltazione della figura umana su ogni altro elemento compositivo, e all'arte del Brunelleschi, la cui prospettiva M. andava trasferendo nella pittura. Con il suo particolare senso plastico accordato con quello spaziale, M. giunge alla creazione di una umanità nuova, rompendo con ogni residuo gotico. È andato perduto l'affresco del Chiostro del Carmine di Pisa che l'artista eseguì verso il 1423, mentre ci rimangono alcune parti, sparse nelle Gallerie europee, del Polittico dipinto per i Carmelitani di Pisa. Nella Madona in trono (Londra, Gall. Naz.), che costituiva la parte centrale del polittico, M. avvalorava il:senso della prospettiva e con la luce che investe le figure crea un'accentuata illusione di plasticità. nella Crocefissione (Napoli, Gall. Naz.) M., sempre contenuto, si abbandona alla foga della sua passione, rappresentando il dramma umano del dolore, attraverso la morte di Cristo. le figure di Maria e Giovanni sembrano cristallizzare in un dolore senza parole, mentre la Maddalena con le braccia aperte e la cascata bionda dei capelli sul manto rosso, è come un grido lacerante. nella predella del polittico con l' Adorazione dei Magi, lo sfondo di una natura primordiale di colli senza vegetazione mette in risalto con nuova evidenza uomini e cose. Il capolavoro di M., che costituisce il suo testamento artistico, sono gli affreschi della Cappella Brancacci (ricco mercante e diplomatico fiorentino) nella chiesa del Carmine a Firenze. Egli li eseguì dal 1426 al 1428, anno in cui si trasferì a Roma, succedendo a Masolino che aveva iniziato la decorazione nel 1424. Si riconosce la personalità inconfondibile di M. nella Cacciata di Adamo ed Eva , nel Tributo , nel Battesimo dei neofiti , nel S. pietro che risana gli infermi con la sua ombra , nel S. Pietro che distribuisce i beni alla comunità e in parte della Resurrezione del figlio di Teofilo , continuata da Filippo Lippi. Nella Cacciata il sentimento drammatico erompe violento, come nella Crocefissione di Napoli, e i due progenitori, sferzati aspramente dalla luce, avanzano sotto la spinta del loro disperato dolore che le spalle di Adamo ed il volto di Eva corroso dal chiaroscuro, stupendamente raffigurano. Nel Tributo , l'affresco più notevole della Cappella, sono raccolti tre diversi momenti del racconto evangelico: la richiesta della gabella alle porte di Cafarnao, il denaro trovato da Pietro nel pesce, la gabella pagata. L'unità della composizione è assicurata dalla vasta visione spaziale; in un paesaggio squallido la figura di Cristo, che si distingue per la sua bellezza al centro della cerchia degli apostoli, dispone con la perentorietà del gesto il succedersi dei fatti. Ed il suo comando a Pietro turba gli apostoli, che, costruiti con larghezza plastica, ansiosi e sospesi nell'aspettativa del miracolo, fssano Cristo con le più varie espressioni. Nel S. Pietro che risana gli infermi l'ambientazione piena di realtà - lo sfondo è una strada della Firenze del primo Quattrocento - viene trasfigurata in uno spirito di solenne severità; S. pietro, seguito da S. Giovanni avanza come trasognato, mentre la tragica miseria degli infermi è messa in evidenza dalla luce che piove dall'alto, ad affermare il gioco volumetrico delle masse. M. pur cogliendo la universale. All'ultima fase della sua attività viene attribuita la Trinità , dipinta nella chiesa di S. Maria Novella a Firenze, nella cui rigorosa inquadratura prospettica le immagini immobili esprimono grandiosità.