Appartenente a una famiglia di origine forse lombarda, ma di
attività prevalentemente romana, probabilmente trascorse
parte della giovinezza (1565-70) a Genova, impegnato con D. Scorticone
nei lavori per il compimento della
facciata dell'Annunziata, nella quale sono attuate
alcune tra le soluzioni prospettate dal Vignola
per la facciata del Gesù a Roma. Certo è
che la sua feconda produzione a Roma è tutta ispirata agli
schemi architettonici di Michelangelo e del Vignola, ma armonizzati
con un senso originalissimo plastico che fa meritatamente attribuire
al Della Porta una posizione preminente nella formazione del gusto
architettonico del tardo Cinquecento. A lui si devono la
cupola e la facciata del Gesù; inserendo in quest'ultima
una finestra a balconata, egli introdusse nel rigoroso geometrismo
dell'originario progetto del Vignola una visione più libera
ed aperta alla ricerca di soluzioni scenografiche. Una uguale
ricerca di ritmi pittoreschi è percepibile nella facciata
di S. Luigi dei Francesi, in due piani sovrapposti separati
da un semplice frontone di coronamento e variata dall'alternarsi
di timpani triangolari e ricurvi che incorniciano porte e finestre.
Quale successore del Vignola, insieme con Domenico Fontana portò
a compimento il progetto michelangiolesco della cupola di S. Pietro,
che venne voltata con una linea esterna leggermente rialzata e
quindi differente dal profilo semicircolare ideato da Michelangelo.
Sono queste le maggiori opere del maestro lombardo; ma anche le
altre (chiese della Madonna dei Monti e
di S. Atanasio dei Greci a Roma e di S. Sinforosa a Tivoli;
completamento del palazzo Farnese a Roma;
palazzo comunale di Velletri; villa Aldobrandini a Frascati;
prospetto e cortile della Sapienza a Roma;
completamento della sistemazione del Campidoglio;
ecc.) rivelano quanto fossero insigni le sue capacità di
realizzatore se non di innovatore.