In gioventù era vissuto in Inghilterra, a Londra (1714-1719), in un ambiente dominato dal classicismo palladiano di Inigo Jones e Cristoforo Wren; fu poi a Firenze (1719-30) in qualità di primo architetto e sovrintendente alle fabbriche granducali di Cosimo III e Gian Gastone dei Medici; costruì allora la chiesa di S. Maria del Vivaio a Scarperia (1724) e la galleria di Palazzo Cerretani a Firenze (1725 circa). Ma le sue opere maggiori si trovano tutte a Roma, dove fu chiamato nel 1730 da Clemente XII: la facciata di S. Giovanni in Laterano (1732-35) – (iter 3) è considerata il suo capolavoro per il solenne slancio dei pilastri e delle colonne che scandiscono l'intero prospetto, memore dello stile palladiano inglese; nella cappella Corsini della stessa basilica (1735) il G. innalzò una cupola su una pianta a croce greca riallacciandosi così ai moduli dell'architettura rinascimentale fiorentina; divisa in due ordini, e quindi conforme agli schemi dell'architettura romana del tardo Cinquecento, è invece la facciata di S. Giovanni dei Fiorentini, del 1734. (Iter 9). Per quanto nell'opera del G. si fondano elementi di diversa ascendenza, la sua produzione romana è sempre molto alta; d'altra parte proprio per il suo eclettismo egli non esercitò un diretto influsso sul corso dell'architettura romana.