Dopo aver lavorato a Napoli e negli Abruzzi, venne a Roma dove studiò appassionatamente la scultura antica e affinò le proprie qualità a contatto con Fr. Duquesnoy, A. Algardi e G. L. Bernini di cui fu anche apprezzato collaboratore. La sua capacità di mantenere le opere nell'ambito di una misura e di una compostezza veramente classiche, in parte dovuta anche allo studio della pittura del Domenichino e del Reni, è particolarmente visibile nella statua di S. Agnese tra le fiamme (Roma S. Agnese in Agone) e nel bassorilievo con il Martirio di S. Émerenziana nella stessa chiesa . Le altre sue cose migliori ( S. Eustachio tra le belve, Roma ; S. Caterina, Siena; S. Romano, Nepi; papa Alessandro VII, Siena) hanno spesso una leggerezza di luce e compositiva che prelude al Settecento o giungono ad un labile chiaroscuro di patetico effetto come la S. Elisabetta di Breslavia. Dalla sua bottega uscì un nutrito gruppo di scultori, tra cui M. Cafà.