Formatosi a Firenze, passò a Roma (1717-26; portico di
accesso alla chiesa di S. Cecilia, 1725), quindi a Napoli (cappella
del palazzo di Cellamare, 1727). Nel 1730 tornò a Roma,
architetto dei palazzi pontifici. A questo periodo appartengono
le sue opere più significative: costruì allora l'ala
del Quirinale detta "manica lunga", il palazzo della
Consulta e il palazzo Corsini (1732-36),
la chiesa di S. Maria della Morte
e la facciata di S. Maria Maggiore (1743-50)
evolvendo il suo stile da una prima forma barocca a una semplificazione
di linee di gusto toscano. Il palazzo della Consulta si fa notare
per le superfici terse e composte della sua facciata a sviluppo
orizzontale limpidamente scandita secondo il tradizionale schema
a due ordini sovrapposti; più mosso e animato da chiaroscuri
è il prospetto di S. Maria Maggiore, originalmente inserito
entro le ali di un palazzo alto quanto la chiesa e raccordato
ad esse da una balaustrata superiore; del palazzo Corsini è
notevole l'atrio, scenograficamente collegato a due rampe di scale
assai mosse. Nel 1750 il F. si trasferì a Napoli, rivelando
anche qui le sue doti di costruttore nell'Albergo
dei Poveri (iniziato nel 1751 ma terminato solo nel 1821),
colossale edificio lungo ben 534 m., nei Granili e nella chiesa
dei Gerolomini (1780 circa) dal prospetto chiuso tra due
campanili simili a quelli borrominiani di S. Agnese in Agone a
Roma.