Operoso a Roma sulle orme di Michelangelo, di cui fu il più coscienzioso e intelligente seguace, temperò il gigantismo proprio a tutti i manieristi michelangioleschi con un fare flessuoso vicino al Sodoma e a Peruzzi, già suoi maestri; nella sua produzione pittorica, scarsa e qualitativamente diseguale, vanno ricordati i fregi nei palazzi Massimo e Farnese e l'affresco della Deposizione, purtroppo assai rovinato, in S. Trinità dei Monti, 1541-46 (iter 7). Delle sue sculture la migliore è il busto di bronzo di Michelangelo, di cui esistono più repliche. Paolo IV gli commise il compito di velare i nudi di Michelangelo nel Giudizio Universale e questo fatto gli fece attribuire il soprannome di Braghettone (iter 9).