Il ventenne Michelangelo Merisi (o Merigi…) da Caravaggio, maestro della luce e del realismo popolare, arriva a Roma negli ultimi anni del 1500.
Per comprendere meglio il periodo in cui opera e le incomprensioni che incontrano le sue opere, va ricordato che da qualche decina d’anni si è concluso il lungo Concilio di Trento, che il trentenne Galileo Galilei deve ancora trasferirsi a Roma, mentre il protestante Keplero è costretto a continue fughe in Europa, a causa delle sue idee che considerano la scienza come un mezzo per interpretare la realtà; e che il 17 febbraio del 1600, in Campo dei Fiori (vedi iter 5), per volontà del Papa, viene arso vivo il filosofo Giordano Bruno. È questo il periodo in cui le opere di Caravaggio si fanno ancora più monumentali e drammatiche: sono di questi anni la Crocifissione di San Pietro, la Conversione di San Paolo e la Deposizione di Cristo. Nei suoi primi anni romani Caravaggio conduce una vita misera, dopo pochi anni (nel 1593) entra nella bottega di Giuseppe Cestari Cavalier d’Arpino, da dove inizia la sua avventurosa carriera. Caravaggio morirà in modo violento e misterioso nel 1610, sul litorale di Porto Ercole.