Categoria: Artisti
Nome: Botticelli
 
Ritorna: Eenco Artisti che hanno lavorato a Roma

BOTTICELLI , Sandro Alessandro di Mariano Filipepi
Scolaro, secondo il Vasari, di Filippo Lippi, nella sua prima opera datata ( La Fortezza, 1470) rivela il ricordo delle morbide forme del maestro accanto al gusto della modellazione caro al Pollaiolo e alla plasticità ferma e chiusa propria del Verrocchio. Queste suggestioni iniziali furono rapidamente fuse dal B. in un linguaggio pittorico originalissimo a mano a mano che diveniva più profondo in lui l'influsso della cultura platonica assorbita alla corte di Lorenzo il Magnifico, cui fu carissimo; già nelle opere della giovinezza infatti ( Ritorno di Giuditta e Ritrovamento del cadavere di Oloferne degli Uffizi; S. Sebastiano di Berlino; ritratto di Giuliano dei Medici, Bergamo; Adorazione dei Magi di Firenze, ecc.) la tensione lineare di Pollaiolo si ammorbidisce in un modo di atteggiare i personaggi più morbido e armonico, assecondato da un prezioso cromatismo, ora vivido, ora più tenue e quasi smorto. Fra la Primavera (1477-78 circa) e la Nascita di Venere (1483-84) è compreso il periodo centrale dell'arte di B. , umanisticamente protesa al vagheggiamento di una bellezza ideale, cui i ricordi della mitologia classica offrono i temi figurativi e l'armonioso gioco della linea e la trasparenza del colore donano una inimitabile grazia musicale; nei due capolavori, immagini di diafana e immateriale bellezza soffuse appena da una vaga malinconia, sembrano sfiorare il paesaggio marino o silvestre nel quale il pittore le ha immerse, senza allacciare con esso alcun contatto: forse in nessun'altra opera né figurativa né poetica il classicismo del Quattrocento fiorentino ha trovato un'espressione più compiuta e più alta. Minor efficacia è nei tre affreschi di argomento biblico ( Purificazione del lebbroso; Mosè e le figlie di Jetro; Distruzione di Core ) eseguiti dal B. nel 1481-82 sulle pareti della Cappella Sistina in Vaticano; per quanto in essi non manchino particolari efficaci e vigorosi ritratti virili, la composizione appare talvolta troppo affollata ed eccessivamente nervosa la determinazione dei contorni. Al periodo 1480-90 appartengono alcune tra le opere più significative di B. : la Madonna del Magnificat (Uffizi), la Pallade vincitrice del Centauro (Uffizi), la Madonna e S. Barnaba (Uffizi), Venere e Marte (Londra), tutte ispirate allo sforzo speculativo, proprio dei filosofi fiorentini del tempo, di conciliare attraverso le dottrine platoniche naturalismo classico e spiritualismo cristiano; tra esse domina per assoluta perfezione di mezzi espressivi il tondo con la Madonna del Magnificat, in cui la stessa forma circolare del dipinto determina il ritmo musicale della composizione, perfettamente conclusa eppur leggera e ariosa. Intanto, la rovente predicazione di fra' Gerolamo Savonarola, la morte del Magnifico, la rivoluzione e la caduta dei Medici modificarono profondamente, tra il 1490 e il 1494, la vita di Firenze; questi drammatici avvenimenti, e una crisi religiosa suscitata nell'animo di B. proprio dalle prediche del Savonarola, vengono in genere assunti come motivo per spiegare i caratteri stilistici delle opere dell'ultimo periodo ( Pietà di Monaco e di Milano; Allegoria della Calunnia degli Uffizi; Natività di Londra; la Derelitta di Roma (Palazzo Pallavicini-Rospigliosi, Via XXIV Maggio 43, Roma - iter 3) ; illustrazioni per la Divina Commedia; ecc.), dove il ritmo si fa più nervoso e spezzato, il movimento si esaspera e appaiono crudi contrasti di colore. Così, al tramonto della sua vita, il B. sembra opporre allo spirito scientifico, naturalistico e laico del primo Cinquecento una angosciosa aspirazione religiosa che ne rende più trepida la sensibilità e ne acuisce il solitario ripiegarsi su se stesso.

----------------------------------

Links: