LAZIO - TOSCANA - EMILIA ROMAGNA

VULCI – CANOSSA

Maggio 1997

 

Comunicato N.3 del 10 maggio 1997

L’Italia è attraversata da una rete di antichi percorsi che hanno rappresentato vie di transito importantissime: erano le vecchie vie consolari, doganali, i percorsi per la transumanza e le strade battute dai pellegrini. Fra queste ultime la più importante è la via Francigena (che identifica non tanto la strada della Francia, ma la Via dei Franchi: carolingi di Francia e di Germania). Questa via, lungo i suoi innumerevoli percorsi intorno ad un asse centrale che parte dall’Inghilterra e passando dalla Francia attraversa tutta l’Italia, reca le tracce delle moltitudini di pellegrini e crociati provenienti dal Nord Europa e diretti a Roma e in Terrasanta: antichi borghi, castelli, abbazie rappresentano un patrimonio da riscoprire attraverso quelle vie che, cadendo in disuso in seguito ai mutamenti storici e sociali, possono oggi essere ripercorse a cavallo, a piedi o in mountain-bike.

 

PRECEDENTI IMPRESE

Nel 1995 oltre cinquanta cavalieri, partendo dalla Puglia (Parco Nazionale del Gargano) arrivarono in Abruzzo (Parco Nazionale d’Abruzzo) lungo i tratturi.

Nel giugno 1996 un gruppo di questi, dall'Abruzzo raggiunsero il Lazio e la Maremma toscana, transitando, oltre che sui tratturi, sull’antico tracciato di due importanti vie consolari: la Tiburtina e la Salaria, che, nello Stato Pontificio, avevano ai lati fasce verdi che svolgevano la stessa funzione dei tratturi del Regno di Napoli. In questa occasione si è riscoperta e percorsa tra l’altro un’antica cengia di collegamento tra i paesi di Scandriglia e Orvinio, che era stata abbandonata e quasi dimenticata.

Quest’anno, nel prossimo mese di maggio, cento cavalieri partiranno dall’antica Via Clodia, vicino a Vulci e dirigeranno verso Nord su una direttrice ideale che intende ritracciare una direttrice formata solo da strade sterrate e verdi (si pensa di riuscire a percorrere meno di un chilometro di strada asfaltata), toccherà alcune vie Romee e varcherà il confine con l’Emilia Romagna, in una ideale congiunzione geografica del mondo Mediterraneo con quello transalpino. Un secondo gruppo partirà da Civita Castellana e percorrerà parte della via Francigena prima di riunirsi al primo gruppo. Un terzo gruppo partirà da Camaiore per riunirsi agli altri a passo S.Pellegrino – Piandelagotti. La parte finale del percorso sarà sul sentiero Matilde e terminerà a Canossa/Reggio Emilia.

Dal punto di vista storico, al termine di questa nuova impresa, si saranno percorsi 2000 anni, su strade che servirono ai sanniti, ai romani e quindi, nel Medio Evo con la francigena, ai longobardi.

Le strade medievali erano impiantate in parte sulle precedenti strade ed in parte sulle vie dei pellegrinaggi e di collegamento tra le abbazie, più lente ma più sicure, e più consone anche al ritmo di chi va oggi in campagna, per studio o vacanza; ma in questi casi è molto difficile, se non impossibile, trovare e ripercorrere queste strade. Accanto alle numerose iniziative che ogni regione sta sviluppando nel settore agrituristico e della promozione del territorio, è sempre mancato un ampio progetto che mettesse le diverse iniziative in collegamento tra loro, con un forte elemento catalizzatore. Un generale gradimento ha accolto pertanto la costituzione del comitato per le Vie Verdi d’Europa, che ha lo scopo di percorrere e riaprire una serie di grandi dorsali tra le varie aree storiche e geografiche italiane, proiettandole nel contesto continentale per una reale offerta di servizi agrituristici ed itinerari organizzati ad un’utenza diffusa. Questi percorsi si basano su indagini storiche, culturali, cartografiche e considerano prioritaria la sostenibilità dei progetti stessi, ovvero l’effettiva percorribilità dei percorsi verdi. Il comitato infatti studia gli antichi tracciati ed esplora direttamente le vie, individuando le eventuali strade alternative in caso di inagibilità dei percorsi originali; a questo proposito le strade verdi dei metanodotti rappresentano una interessante soluzione. I percorsi saranno segnalati dal Comitato, in accordo con gli enti locali, per una loro successiva fruizione, e saranno comprese anche indicazioni delle strutture attrezzate per le soste notturne, quali aziende agrituristiche, ippiche od altro. Al progetto europeo ed alle dorsali Nazionali si potranno agganciare le iniziative su percorsi locali e regionali. Dopo una verifica delle caratteristiche per ottenere la dicitura Vie Verdi d’Europa i percorsi potranno essere integrati nella rete verde.

Le informazioni su tutta la "Rete Verde", raccolte e organizzate in una banca dati, saranno divulgate con il supporto dei più adeguati mezzi di comunicazione. Il Comitato per le vie verdi d’Europa intende associare in progetti come quello da Vulci a Canossa:  enti, consorzi, associazioni e tutte le altre forze vitali agenti sul territorio, in settori come l’agriturismo, il turismo culturale, il turismo equestre, l’ambiente ed il trekking. Il progetto è ricollegabile ad analoghe iniziative europee per la riscoperta dei grandi percorsi storici e la salvaguardia delle aree selvagge.

Tra gli enti invitati a partecipare alla spedizione di maggio vi sono: AIA Associazione Italiana Allevatori - Razze equine, Alpitrec, ANAGRITUR ed ASSOCIAZIONI AGRITURISMO, ANAM Associazione Cavallo Maremmano, Associazione Butteri, Associazione Italiana Mountainbike , Associazione Monta Western, Associazione –Trekking, CAI – Camminaitalia, Comitato per le Manifestazioni Ippiche Grossetane, Corpo Forestale dello Stato - Guardie forestali a cavallo, Corpo Veterinario dell’Esercito, Federazione Internazionale Turismo Equestre, Agriturist, Terra Nostra, Turismo Verde, FITEEC-ANTE Federazione Italiana Turismo Equestre ed Equitazione di Campagna, GIACCHE VERDI DELL’ANTE Associazione di protezione e manutenzione ambientale, NATURA A CAVALLO, IGM Istituto Geografico Militare, WWF Italia, Associazioni delle varie Razze Equine.

Il Comitato ha i seguenti scopi:

  • realizzazione del percorso con l’aiuto di consulenti e tecnici, prendendo in considerazione vie consolari, tratturi per la transumanza, vie di comunicazione e di pellegrinaggi del passato;
  • ricerca ed esplorazione delle vie verdi, da parte di scouts con cavallo al seguito;
  • progettazione di vie alternative, là dove quelle di cui al punto B si dimostrano inagibili perché antropizzate, scomparse, abbandonate o distrutte. In tal modo si garantisce la percorribilità - a piedi, a cavallo o con altri mezzi non inquinanti;
  • individuazione delle località per le soste, diurne e notturne; si tratta principalmente di aziende agrituristiche od altri luoghi attrezzati; là dove questi ultimi non esistessero il Comitato si farà promotore della loro costituzione, lasciando traccia sulle proprie mappe, dei siti ideali individuati ed utilizzati con attrezzature mobili durante il corso dell'impresa;
  • costituzione di una Banca Dati con archiviazione di mappe, percorsi e storia delle imprese.

La vitalità delle Vie Verdi, dipende dal loro utilizzo e questo verrà garantito dalle strutture associate che operano sul territorio, le quali si impegnano a segnalare al Comitato tutti i nuovi dati o le variazioni. In tal modo la rete delle Vie verdi verrà mantenuta ed arricchita. I dati con tutte le informazioni utili alla individuazione delle vie verdi saranno pubblicizzati, divulgati e supportati organizzativamente anche da editori internazionali, attraverso i più adeguati e moderni supporti di comunicazione, quali: libri, riviste, guide e mappe, programmi televisivi, iniziative speciali, supporti interattivi, rete Internet.

Un aspetto vitale per la sopravvivenza e lo sviluppo futuro delle Vie Verdi recuperate è quello della segnaletica. Il Comitato intende istituire un regolamento che preveda precisi impegni: da parte degli associati, da parte dei promotori e a livello di amministrazioni locali. Per quanto riguarda il tracciamento e la segnalazione delle Vie Verdi d’Europa, il Comitato intende adottare la segnaletica utilizzata a livello Nazionale dal CAI - che ha maturato una esperienza specifica in questo specifico compito - e si attiverà affinché si individui uno standard che si armonizzi con quelli utilizzati a livello europeo.

Nel corso delle esplorazioni e sopralluoghi il Comitato segnalerà in via provvisoria i tracciati, che in seguito dovranno essere adeguatamente segnalati a livello locale in accordo con gli enti preposti.

A questo proposito il progetto è stato discusso a Trento, nell’ambito del Festival del Film della Montagna e dell’esplorazione, in un convegno sulla sentieristica che si è tenuto il 2 maggio 1997. Il Festival ha invitato la RAI a proiettare una puntata di Linea Verde.

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