da Vulci a Canossa

Comunicato N.2 del 20 aprile 1997

Accanto alle interessanti e numerose iniziative che ogni regione sta sviluppando nel settore agrituristico e della promozione del territorio, con la promozione di itinerari storico-naturalistici, culturali e agro-turistici, si avvertiva la mancanza di un ampio progetto che collegasse le diverse iniziative con una forte spinta sinergica. Su questa premessa si è costituito il Comitato per le Vie Verdi d’Europa che ha tra i suoi scopi quello di tracciare una serie di dorsali tra le varie aree storiche e geografiche italiane, proiettandole nel contesto continentale. Il fine è quello di migliorare la promozione e l’offerta di una serie di servizi agrituristici lungo itinerari organizzati che attraversino tutta la penisola italiana: grande ponte tra l’Europa e gli altri paesi del Mediterraneo. Questi percorsi si basano su indagini cartografiche, storiche e culturali, e per questi aspetti insistono su aree di estremo interesse, ma gli organizzatori considerano prioritaria la sostenibilità dei progetti stessi, ovvero l’effettiva percorribilità dei percorsi verdi.

Nell’impresa di quest’anno, ad esempio, su circa 400 chilometri, si prevede di toccare asfalto per poche centinaia di metri, privilegiando il verde. La carta dell’Italia selvaggia predisposta dal WWF per conoscere lo stato dei nostri territori, evidenzia che la spedizione attraverserà molte aree ad alta valenza naturalistica, ma esistono dei tratti critici, come alcune zone nelle province di Firenze e Pistoia: il Comitato per le Vie Verdi d’Europa, intende studiare ed esplorare gli antichi tracciati individuando le strade recuperabili o quelle alternative, in caso di definitiva o temporanea inagibilità dei percorsi originali.

Un aspetto fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo futuro delle vie riaperte è quello della segnaletica.Il Comitato adotterà quella utilizzata a livello nazionale dal CAI e si attiverà affinché si individui uno standard che si armonizzi con quelli utilizzati a livello europeo. Nel corso delle imprese il Comitato segnalerà in via provvisoria i tracciati, che in seguito saranno adeguatamente adottati e mantenuti a livello locale, in accordo con gli enti preposti. La vitalità delle Vie Verdi dipende infatti dal loro utilizzo e per questo il Comitato sta mettendo a punto una proposta di regolamento che preveda l’adozione di tratti di Vie Verdi da parte di organismi radicati localmente e fruitori del territorio.

Per le Vie Verdi saranno elaborate informazioni utili alla individuazione e promozione delle strutture attrezzate per le soste notturne, prevalentemente presso aziende agrituristiche. Il progetto europeo nasce per l’integrazione di tutte le iniziative nate localmente, che di fatto saranno inserite in una rete verde. Le informazioni sulle Vie Verdi saranno divulgate con il supporto dei più adeguati mezzi di comunicazione quali: libri, guide e mappe, programmi radio-televisivi, iniziative speciali e rete internet.

Sandro Vannucci, con Linea Verde - il popolare programma di RAI Uno - ormai da alcuni anni sta riscoprendo e percorrendo un’Italia attraversata da una rete di antichi percorsi che hanno rappresentato importanti vie di comunicazione: erano le vecchie vie consolari, doganali, percorsi per la transumanza e strade battute dai pellegrini, come ad esempio la Via Minucia, i tratturi del Molise, la via Clodia, l’Amerina, la via Francigena, la Maremmana e la Volterrana. Lungo questi percorsi vi sono numerose tracce e testimonianze del passato: antichi borghi, castelli, abbazie, necropoli, anfiteatri, cinte murarie… un patrimonio da riscoprire attraverso quelle vie che, cadendo in disuso in seguito ai mutamenti storici e sociali, possono essere oggi ri-tracciate e ripercorse a cavallo, a piedi o in mountain-bike, seguendo ritmi antichi, più lenti, ma anche più consoni a quelli che deve tenere chi va in campagna per studio o vacanza.

Nel 1995 oltre cinquanta cavalieri, partendo dalla Puglia (dal Parco Nazionale del Gargano) arrivarono in Abruzzo (Parco Nazionale) lungo i tratturi. Quest’anno la Regione Molise ha votato una legge per la costituzione del Parco dei Tratturi, creando di fatto un unico parco dal Gargano all’Abruzzo.

Nel giugno 1996 dall'Abruzzo molti degli stessi cavalieri raggiunsero il Lazio e la Maremma toscana, transitando, oltre che sui tratturi, sull’antico tracciato di due importanti vie consolari: la Tiburtina e la Salaria, che, nello Stato Pontificio, avevano ai lati fasce verdi che svolgevano la stessa funzione dei tratturi del Regno di Napoli. In questa occasione si è riscoperta e percorsa un’antica cengia di collegamento tra i paesi di Scandriglia e Orvinio, che era stata abbandonata e quasi dimenticata.

All’altezza di Vulci si incrociò l’antica via Clodia, che quest’anno sarà il punto di partenza di una delle spedizioni parallele, che avranno inizio il 7 maggio e vedranno impegnati fino al 23 dello stesso mese circa cento cavalieri; l’altra partirà da Civita Castellana (VT) per raggiungere in breve la via Amerina e quindi la via Francigena, che verrà percorsa fino ad oltre il lago di Bolsena. Un terzo gruppo partirà da Camaiore (LU) il 20 maggio attraversando il cuore della Garfagnana, riunendosi al gruppo principale presso il passo delle Radici al confine con l’Emilia Romagna.

All’impresa la trasmissione di RAI Uno Linea Verde dedicherà tre puntate.

La via verde che sarà inaugurata quest’anno attraverso lo studio dei tracciati originali delle antiche vie di comunicazione rappresenta una ideale congiunzione geografica del mondo Mediterraneo con quello transalpino; mentre dal punto di vista storico si può dire che percorre qualche migliaio di anni: su strade che servirono ai sanniti, agli etruschi, ai romani e quindi a longobardi e bizantini…

Tra gli organismi patrocinatori dell’iniziativa va evidenziato l’Istituto Geografico Militare, che ha fornito l’assistenza cartografica d’archivio e parteciperà alla spedizione con un suo cartografo per rilevare e tracciare le nuove Vie Verdi d’Europa .

Collaborerà all’iniziativa anche l’AIA Associazione Italiana Allevatori, garantendo la presenza delle principali razze equine italiane, iscritte nei libri genealogici e nel registro anagrafico istituiti dal MiRAAF .

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