LE VIE CAVE

Toscana GR

Il "Cavone" dalle vicinanze della tomba Ildebranda si dirige verso i centri abitati del Monte Amiata. E' la via più grande, ed è utilizzata ancora oggi dagli agricoltori che abitano la zona. Su una delle pareti, ad un'altezza di circa 3 metri e ad intervalli di 50-100 metri, ci sono piccole nicchie nelle quali si intravedono tracce di affreschi: si tratta di tabernacoli medioevali e di immagini sacre che dovevano proteggere i viandanti dal demonio che, secondo una leggenda, imperversava lungo questa strada. A circa 300 metri dall'inizio del "Cavone" c'è una croce uncinata con sotto la scritta "svastika" in lingua etrusca; rappresenta il sole ruotante, il simbolo della vita. Il termine deriva dal sanscrito ("su'=buono, "asti"=essere, "ik'=che continua ad esistere), e assume il significato augurale di "buona esistenza". Le tracce più antiche di questo simbolo risalgono al VI-V millennio a.C.

LE VIE CAVE

 

Sono antichi percorsi scavati direttamente nel tufo, che univano i centri etruschi tra di loro. La loro profondità serviva a renderle più pianeggianti e a proteggere i viandanti dalle intemperie. Formavano un sistema viario ben organizzato, tramite il quale si potevano svolgere più rapidamente sia gli scambi commerciali che le funzioni amministrative. Vennero utilizzate a partire dal VII secolo a.C. fino al Medioevo.

A Sorano e Sovana sono presenti molte "vie cave".

In queste vie anche l'aspetto botanico, creato dal microclima umido e ombroso, è interessante.

 

Tra Sovana e Sorano c'è un grosso masso di tufo, chiamato "la mano di Orlando". Gli agenti atmosferici glihanno dato appunto la forma di una mano ma, naturalmente, secondo una leggenda qui si fermò a pregare l'antico eroe.

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Le città del tufo

 

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