Scelte di vita


Dopo l'esperienza in Africa e dieci anni a Folgaria ha acquistato il maso per poter realizzare un'azienda agricola

Di TIZIANO DALPRA'

FOLGARIA: "Fermate il mondo, voglio scendere, voglio riflettere" sembra dire Elisabetta Monti, giovane mamma, donna determinata, piena d'iniziative ricca di idee. Ha deciso di vivere in montagna, in una zona limite, dal nome cimbro "Gruim", che significa ricca di verde, a Mezzomonte.ll suo maso si estende per circa 2,5 ettari. "L'ho acquistato grazie ad un inserzione su Bazar", dice sorridendo ed ora in quel lembo di terra sta costruendo la sua vita e della sua famiglia. Elisabetta ha due bambini, Elia di 5 anni iscritto alla scuola materna di Folgaria e Sara di 8 anni che frequenta le elementari a Trento. II suo è un progetto di vita che fuoriesce da canoni della società moderna, lo si può definire senza paura di smentite un progetto "alternativo". Non ha paura di essere diversa perché è soprattutto se stessa, è forse riuscita a trovare la linfa vitale che le radici della storia portano nel cuore. Perito agrario, Elisabetta ha trascorso 4 anni in Africa dedicandosi a progetti di lavoro e di sviluppo nel settore agricolo-forestale, poi ha collaborato in Trentino nel settore del ripristino ambientale. "Ho costituito un'azienda agricola e sto cercando tutti i modi possibili per poterne ricavare del reddito, per poter vivere qui con i miei figli" racconta.

Una scelta dura
ma coerente

Una scelta dura ma coerente con il personaggio. Un personaggio che non vuole essere omologato, che non accetta la globalizzazione e tutto ciò che essa comporta. Da circa dieci anni vive a Folgaria, in un luogo dove la mezza montagna incomincia ad inerpicarsi per cercare le vette. Un luogo solitario, nascosto, tra qualche rudere, e qualche pianta di sambuco. Ma è un luogo ricco di storia, toccato anche da un ruscello, qui l'uomo un tempo, e i ruderi lo stanno a testimoniare, viveva di agricoltura rurale. "Questa armonia del paesaggio è una risorsa fondamentale, partiamo da un ambiente incontaminato, attenti ai ritmi biologici della natura, all'esperienza del passato e alle possibili innovazioni". Nella sua piccola casetta non c'è la televisione, la corrente elettrica è arrivata da poco e così pure da poco è stato perfezionato l'allacciamento all'acquedotto comunale. Una casetta talmente piccola che sembra una scatola di cerini, eppur è così immancabilmente perfetta, così vera...

l'Adige martedi' 13 marzo 2001


All'entrata ci accoglie una cucciolata di cani, un click-fotografico stupendo, antologico. Accanto alla stufa Leonard, un ragazzo olandese che sta facendo della caciotte e nel contempo prepara un ottimo caffè d'orzo, parla con entusiasmo di questa esperienza. "Arrivano giovani un po' da tutto il mondo, si fermano un periodo e poi se ne vanno, un mese fa ad aiutarmi c'erano quattro cecoslovacchi - dice con un sorriso solare Elisabetta. Sara ed Elia che fanno? Loro vivono in questo isolamento territoriale, l'internazionalità. Già cominciano a parlare quasi correttamente l'inglese, sono completamente indipendenti, crescono con quel piccolo DNA selvaggio che fa grandi le persone. Sara ed Elia sono uno spettacolo, per la loro capacità di comunicare di vivere intensamente ogni piccolo spezzone della loro giornata, la televisione, non manca, meglio giocare con cani, mucche e caprette, gli animali che circolano liberi nel grande ranch. Ma quali gli obiettivi ? "Sono quelli di far conoscere il mondo agricolo spesso sconosciuto, far conoscere l'azienda nei suoi aspetti peculiari (animali, coltivazioni), il lavoro dell'agricoltore, le attività legate .alla stagionalità dei prodotti, le pratiche ecocompatibili adottate, promuovere l'incontro con l'ambiente in cui è situata I' azienda, recuperare il rapporto tra agricoltura ed alimentazione quindi il ciclo di alcuni alimenti, raccolta, trasformazione, caratteristiche qualitative". In questa fattoria si respira il sapore genuino della terra e del pane che viene fatto in casa. Oltre ad essere agricoltrice, Elisabetta è donna, madre ed educatrice.

Tanti ruoli racchiusi in una sola persona, danno il senso logico della vita ed evidenziano che c'è ancora speranza per un mondo più riflessivo, meno corsaro e selettivo. Donna dal carattere fiero, imperioso per certi aspetti, riesce a creare una rete di relazioni internazionali che danno una logica ad un progetto che, per fortuna, non è unico nel suo genere. Questo collegamento con realtà simili, con persone che condividono la stessa esperienza, esiste ed è momento di crescita, di socializzazione e di solidarietà reciproca. L'omogeneizzazione non risiede certamente a Maso Gruim. "Le donne del Sud del mondo ci potrebbero essere maestre su tante lavorazioni semplici casalinghe, conoscenze che non abbiamo o che abbiamo perso. Quando mi trovo in situazioni di disagio, mi unisco moralmente a tutte queste donne che come me hanno l'orto, le capre, i cereali, i bambini e penso che loro non hanno alternative, devono sopravvivere per loro e per i loro figli. E per noi è uguale dobbiamo sopravvivere nella nostra identità dare valore sociale ed economico al nostro lavoro".

"Ho fatto il vino e un po' d'olio" "Allevare i nostri figli in montagna e portarci i figli di altri in un ambiente sano con bisogni veri, mangiare, scaldarsi, contemplare e creare. E' il più bel dono che possiamo fare a chi ha dato in prestito questo pianeta, alle generazioni che ci seguiranno" sussurra filosoficamente. Tra le piccole coltivazioni ribes e fiori di Bach. Queste essenze, sono di 38 diversi tipi, danno serenità, curano le fobie, il timore di sbagliare, le crisi affettive, portano la mente ad un equilibrio naturale. "Sono riuscita a fare anche un po' di vino e, grazie ad un oliveto che ho coltivato a Toscolano Maderno, anche l'olio". Azienda autosufficiente? "Non ancora, non ha una propria indipendenza economica, l'idea è quella di agganciare l'attività con una promozione didattica (visite di scolaresche) e mettere insieme una forma di agriturismo che possa dare delle garanzie di continuità". Elisabetta, Sara ed Elia, una famiglia che vive in modo alternativo, ma forse più "vero" questo spicchio di vita, una famiglia che ha capito che il tam-tam della new-economy è un richiamo fragile, breve, pericoloso, uno specchio effimero, oltre il quale l'amore, la solidarietà trovano spesso le strade sbarrate.

A Maso Grium, tra le vette e la montagna di mezzo, si respira un'aria d'autenticità,

In questo piccolo fazzoletto appeso alla dorsale folgaretana, l'uomo, il visitatore si può fermare, estrarre dalla zaino un "buon" libro, leggere in silenzio e riflettere. Forse l'essenza del la vita è racchiusa nella cose più semplici, che troppo precipitosamente abbiamo relegato in un cantuccio, nel segno di una modernità che ha portato ad alterazioni dei cibi, dei prodotti, ancor più delle menti, e dell'uomo.

"Ho fatto il vino e un po' d'olio" "Allevare i nostri figli in montagna e portarci i figli di altri in un ambiente sano con bisogni veri, mangiare, scaldarsi, contemplare e creare. E' il più bel dono che possiamo fare a chi ha dato in prestito questo pianeta, alle generazioni che ci seguiranno" sussurra filosoficamente. Tra le piccole coltivazioni ribes e fiori di Bach. Queste essenze, sono di 38 diversi tipi, danno serenità, curano le fobie, il timore di sbagliare, le crisi affettive, portano la mente ad un equilibrio naturale. "Sono riuscita a fare anche un po' di vino e, grazie ad un oliveto che ho coltivato a Toscolano Maderno, anche l'olio". Azienda autosufficiente? "Non ancora, non ha una propria indipendenza economica, l'idea è quella di agganciare l'attività con una promozione didattica (visite di scolaresche) e mettere insieme una forma di agriturismo che possa dare delle garanzie di continuità". Elisabetta, Sara ed Elia, una famiglia che vive in modo alternativo, ma forse più "vero" questo spicchio di vita, una famiglia che ha capito che il tam-tam della new-economy è un richiamo fragile, breve, pericoloso, uno specchio effimero, oltre il quale l'amore, la solidarietà trovano spesso le strade sbarrate. A Maso Grium, tra le vette e la montagna di mezzo, si respira un'aria d'autenticità, in questo piccolo fazzoletto appeso alla dorsale folgaretana, l'uomo, il visitatore si può fermare, estrarre dalla zaino un "buon" libro, leggere in silenzio e riflettere. Forse l'essenza del la vita è racchiusa nella cose più semplici, che troppo precipitosamente abbiamo relegato in un cantuccio, nel segno di una modernità che ha portato ad alterazioni dei cibi, dei prodotti, ancor più delle menti, e dell'uomo.